Prende il nome dall'omonino scoglio che ha la forma di un grosso cammello, all'interno il mare è azzurro, limpido e cristallino, l'orario migliore per visitare questa grotta è a mezzogiorno, il sole penetra attraverso l'apertura circolare della volta, creando riflessi e giochi di luce. Per molti anni questo è stato il rifugio della foca monaca, all'interno sono presenti tre spiaggette di ghiaia e sabbia dove la foca monaca trovava riparo, per riposare, mutare il pelo, partorire ed accudire la prole. Nel 2011 dopo diversi avvistamenti da parte di alcuni turisti e pescatori del posto, l'AMP isole Egadi in collaborazione con ISPRA ha avviato un programma di monitoraggio, tracce organiche e foto confermano la presenza dell'esemplare durante l'inverno. Gli scatti sono fatti da un sistema di “foto-trappole” disposte in punti strategici che si attivano al passaggio di animali e che in questo caso hanno immortalato la foca monaca.
Cosi chiamata perché quando è cattivo tempo e le onde con forza vanno ad infrangersi sulla costa, per la sua volta a cupola rimbomba in modo pauroso a guisa di tuono.La Grotta del Tuono è caratterizzata da fondali di un blu intenso e splendido.

La grotta si trova nel versante N dell'isola nei pressi dello scalo maestro, prende il nome dalla particolare conformazione della roccia. Recentemente durante alcune ricerche è stato scoperto un ingresso fossile a circa 20 metri di altezza dalla grotta. La cavità prosegue per circa 100 mt e termina in una saletta con una vasca naturale. L'acqua dolce ha probabilmente determinato l'antico utilizzo di questo anfratto. Al suo interno, facente parti ormai del pavimento, è possibile notare la presenza di cocci, resti di otri, piatti e lucerne a olio, una fibula in bronzo, tutto indica una lunga frequentazione del posto. (Jacopo Merizzi e Andrea Micheli, Il giornale delle Egadi ottobre 2003 - V. Vaccaro 2009 pag. 43-46)

Una delle più suggestive grotte di Marettimo, è possibile attraversalo con la barca perchè presenta un'ampia apertura. Ricca di stalattiti, stalagmiti e depositi calcarei, il fondale è cristallino in parte sabbioso, bello visitarla nel pomeriggio perchè il sole penetra nella grotta e la illumina.

Gli anziani Marettimari, dicono che la grotta della Ficara prende il nome dall'albero di fichi che un tempo cresceva sulla sommità. Entrando nella grotta si avverte subito un forte odere che indica la presenza al suo interno di esemplari dell' "Uccello delle Tempeste" (Hydrobates pelagicus) un volatile delle dimensioni di un passero, conosciuto dai locali come Bellimaricchio. A Marettimo l'uccello delle tempeste è stato tutelato con l’istituzione della Riserva Naturale e del Sito d’Importanza Comunitaria (SIC).

Anche questa grotta è meglio vederla nel tardo pomeriggio, qualche ora prima del tramonto, all'interno le sue conformazioni rocciose, stalattiti, stalagmiti e depositi calcarei, formano figure che ricordano i personaggi della natività.

Ruttiddi (piccole grotte), durante il giro dell'isola in barca non può mancare la sosta ed il bagno in queste grotte.
Molto bello da fare a nuoto muniti di una maschera, il tunnel di circa 40 mt e la grotta degli Innamorati.

Situata nel versante occidentale dell'isola, entrando nella grotta fino in fondo e guardano in alto si può ammirare "a mitra ru Papa", uno stalagmita che ha la forma del copricapo usato dal Papa.
In basso sulla destra invece è presente un buco collegato all’esterno, quando c’è risacca un misto d’aria ed acqua viene soffiata all’interno ad alta pressione, generando un boato simile ad ad una Bomba..